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Cannabinoidi: cosa sono, benefici, rischi, usi e normativa in Italia

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Cannabinoidi

I cannabinoidi sono sostanze naturali presenti nella pianta di cannabis, che sono state ampiamente studiate per i loro effetti benefici sulla salute e sul benessere. In questa guida completa, esploreremo il mondo dei cannabinoidi e dei loro derivati, fornendo informazioni dettagliate su ciascuno di essi.  

Dalla scoperta agli studi scientifici sul CBD 

I cannabinoidi hanno origini antichissime e si intrecciano con la storia della medicina stessa. La prima testimonianza del loro impiego risale alla Cina, dove l’imperatore Shen Nung, nel 2737 a.C., scrisse un trattato di farmacologia che menzionava il Ma — il termine cinese per la cannabis — come rimedio per vari disturbi.  

Per secoli, le proprietà di questa pianta furono sfruttate senza conoscerne la complessità chimica. Solo nel 1940, infatti, fu isolato il cannabidiolo (CBD), il che segnò l’inizio di un nuovo capitolo scientifico. Da allora, lo studio dei cannabinoidi ha svelato il loro ruolo centrale nel corpo umano, aprendo la strada a molteplici applicazioni terapeutiche. 

Cosa sono i cannabinoidi: definizione, origine e derivati 

I cannabinoidi sono sostanze chimiche naturali presenti nella pianta di Cannabis sativa L., isolate dalle infiorescenze femminili e studiate per i loro effetti sul sistema endocannabinoide, coinvolto in funzioni come infiammazione, dolore e immunità.  

Nella pianta di Cannabis sativa L., i cannabinoidi esistono prevalentemente sotto forma di molecole acidecome CBGA (acido cannabigerolico) e CBDA (acido cannabidiolico) – che sono i precursori naturali presenti nelle infiorescenze femminili. Durante la maturazione, gli enzimi vegetali guidano la biosintesi, trasformando il CBGA in THCA, CBDA e CBCA, rendendolo la “madre” delle vie biosintetiche dei principali cannabinoidi. 

Successivamente, con esposizione a calore o luce, queste forme acide perdono un gruppo carbossilico (decarbossilazione) e si convertono nelle loro controparti neutre attive: ad esempio, il CBDA diventa CBD e il CBGA diventa CBG. Quest’ultimo, spesso presente in basse concentrazioni, può però emergere in ceppi selezionati, mentre il CBD diviene uno dei fitocannabinoidi più abbondanti grazie al suo ruolo non psicoattivo e modulatore dell’infiammazione, del dolore e della funzionalità immunitaria.  

Questo complesso percorso biochimico assicura che la pianta produca inizialmente precursori inerti, poi trasformabili in molecole attive studiate per il loro potenziale terapeutico. 

Differenza tra fitocannabinoidi e endocannabinoidi

  • I fitocannabinoidi, come CBD e CBG, sono composti naturalmente prodotti dalla Cannabis sativa L.
  • Gli endocannabinoidi, invece, sono cannabinoidi naturalmente prodotti dall’organismo umano. 

Queste due famiglie di molecole condividono una sorprendente somiglianza strutturale, che consente ai fitocannabinoidi di interagire con i recettori del nostro sistema endocannabinoide, un complesso network biologico che svolge un ruolo cruciale nell’equilibrio interno dell’organismo. 
Gli endocannabinoidi, infatti, vengono prodotti su richiesta in risposta a stimoli specifici e partecipano alla regolazione di numerose funzioni vitali, tra cui umore, appetito, sonno e risposta infiammatoria.  

È proprio questa affinità tra molecole vegetali e molecole endogene a spiegare il crescente interesse scientifico verso i fitocannabinoidi e il loro potenziale terapeutico. Senza anticipare troppo, basti sapere che l’interazione tra cannabinoidi e sistema endocannabinoide rappresenta un affascinante esempio di dialogo tra mondo vegetale e fisiologia umana, ancora oggi oggetto di numerose ricerche. 

Tipi di cannabinoidi e loro funzioni 

I cannabinoidi rappresentano una famiglia di composti chimici molto diversificata, con caratteristiche e potenziali effetti differenti. Oltre ai più noti come THC e CBD, esistono numerosi altri cannabinoidi che stanno attirando l’interesse della ricerca per le loro proprietà uniche.

1. Cannabicromene (CBC)

Il cannabicromene (CBC) è  un cannabinoide presente nella pianta di cannabis. Si trova in concentrazioni variabili in diverse varietà di cannabis, ma è presente solo in tracce nell'olio di CBD. Il CBC si lega ai recettori CB1 e CB2 del sistema endocannabinoide, ma non ha effetti psicotropi.
Il CBC è stato studiato per i suoi effetti antinfiammatori e analgesici, e sembra avere un assorbimento preferenziale rispetto al CBD e al THC (tetraidrocanabinolo) se somministrati insieme. Inoltre, è stato dimostrato che il CBC agisce come antidepressivo e ansiolitico, e potrebbe avere effetti benefici sulla salute mentale e potrebbe anche avere proprietà antitumorali, in quanto è stato dimostrato che inibisce la crescita di alcune cellule tumorali. Tuttavia i risultati che lo vedono protagonista sono spesso relativi alla somministrazione sinergica di CBC, THC e CBD, pertanto sono necessari ulteriori studi per confermare questi effetti. 

2. Cannabinolo (CBN)

Il cannabinolo (CBN) si sviluppa tramite l'ossidazione non enzimatica del tetraidrocannabinolo o THC. Ciò significa semplicemente che il percorso di sviluppo del CBN è la degradazione naturale del THC, il principio attivo psicotropo della cannabis. Il CBN si trova in concentrazioni variabili in diverse varietà di cannabis, ma è presente solo in tracce nell'olio di CBD. Il CBN si lega ai recettori CB1 e CB2 del sistema endocannabinoide, ma ha effetti psicotropi molto deboli.
Il CBN è stato studiato per i suoi effetti sedativi e analgesici, e sembra avere effetti benefici nella gestione del dolore cronico e dell'insonnia; in particolare ha peculiare efficacia nella gestione del ritmo sonno-veglia, in ogni caso da approfondire ulteriormente. Inoltre, è stato dimostrato che il CBN agisce come antinfiammatorio e anticonvulsivante, e potrebbe avere effetti benefici sulla salute mentale.
Il CBN potrebbe anche avere proprietà antibatteriche e antifungine, in quanto è stato dimostrato che inibisce la crescita di alcuni microrganismi. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per confermare questi effetti.

3. Cannabidivarina (CBDV)

La cannabidivarina (CBDV) è un cannabinoide non psicoattivo presente in concentrazioni variabili in diverse varietà di cannabis, in particolare nelle varietà a basso contenuto di THC, come la canapa. La CBDV non vanta una grande affinità per i recettori dei cannabinoidi CB1 o CB2 e per tale motivo non produce gli effetti psicotropi tipicamente associati alla cannabis.
La CBDV è stata studiata per i suoi effetti anticonvulsivanti e antipsicotici, e sembra avere effetti benefici nella gestione dell'epilessia e della schizofrenia. Inoltre, è stato dimostrato che la CBDV agisce come antinfiammatorio e antinausea, e potrebbe avere effetti benefici sulla salute mentale.

4. Acido Cannabidiolico (CBDA)

L'acido cannabidiolico (CBDA) è un precursore del ben più noto cannabidiolo (CBD), che si forma durante la crescita della pianta di cannabis. Il CBDA ha origine a partire dall'acido cannabigerolico (CBGA) dal quale si originano i principi attivi presenti nella cannabis. Il CBDA si trova in concentrazioni variabili in diverse varietà di cannabis, ma è presente solo in piccole tracce nell'olio di CBD. Il CBDA non interagisce direttamente con i recettori CB1 e CB2 che compongono il sistema endocannabinoide; esso inibisce l’enzima cicloossigenasi-2 (COX-2), associato ad infiammazione. L'inibizione di COX-2 arresta la cascata infiammatoria attenuando l'infiammazione e il dolore.  Per tale motivo il CBDA è stato studiato per i suoi effetti antinfiammatori e antitumorali, e sembra avere effetti benefici nella gestione del dolore cronico e dell'infiammazione. Inoltre, è stato dimostrato che il CBDA agisce come antinausea e antiossidante, e potrebbe avere effetti benefici sulla salute mentale.

5. Acido Cannabigerolico (CBGA)

L'acido cannabigerolico (CBGA) è un precursore del cannabigerolo (CBG), che si forma durante la crescita della pianta di cannabis. Il CBGA viene prodotto nei tricomi della pianta e innesca la necrosi cellulare funzionale alla potatura naturale delle foglie della pianta in modo tale da permettere di massimizzare l’energia diretta verso il fiore. Il CBGA è un composto fondamentale del fiore di cannabis, esso è al vertice della reazione a cascata che produce le tre principali tipologie di cannabinoidi:

  • THCA (acido tetraidrocannabinolico), dal quale si forma poi il THC (tetraidrocannabinolo);
  • CBDA (acido cannabidiolico) dal quale si forma il CBD (cannabidiolo);
  • CBCA (acido cannabicromenico) dal quale si forma il CBC (cannabichromene).

Il CBGA può anche convertirsi in CBG, ma nella maggior parte dei ceppi, il CBGA alla fine si converte in altri cannabinoidi come THC o CBD. Il CBGA si trova in concentrazioni variabili in diverse varietà di cannabis, ma è presente solo in tracce nell'olio di CBD. Il CBGA si lega ai recettori CB1 e CB2 del sistema endocannabinoide, ma non ha effetti psicotropi.
Il CBGA è stato studiato per i suoi effetti antinfiammatori e analgesici, e sembra avere effetti benefici nella gestione del dolore cronico e dell'infiammazione. Inoltre, è stato dimostrato che il CBGA agisce come antinausea e antiossidante, e potrebbe avere effetti benefici sulla salute mentale.

Come agiscono i cannabinoidi nel corpo 

Come abbiamo visto, sia i fitocannabinoidi che gli endocannabinoidi interagiscono con il sistema endocannabinoide, un complesso sistema biologico presente nell’organismo che svolge un ruolo chiave nel mantenimento dell’equilibrio interno. Ma come agiscono i cannabinoidi nel corpo

Interazione con i recettori CB1 e CB2 

I cannabinoidi esercitano i loro effetti legandosi ai recettori CB1 e CB2 del sistema endocannabinoide, due proteine di membrana collegate a meccanismi intracellulari G-protein. In particolare:  

  • Il recettore CB1, presente in grande quantità nel cervello (corteccia, ippocampo, cervelletto) e anche in strutture nervose periferiche, modula il rilascio di neurotrasmettitori, influenzando memoria, dolore, umore e coordinazione motoria; 
  • Il recettore CB2, localizzato principalmente nelle cellule del sistema immunitario e in tessuti periferici, regola l’infiammazione e la risposta immunitaria.  

Meccanismi d’azione fisiologici 

Quando i cannabinoidi si legano ai recettori CB1 e CB2, attivano una serie di risposte fisiologiche che modulano diversi sistemi del corpo.  

  • È proprio per questo motivo che l’interazione con i recettori CB1 può alterare il rilascio di neurotrasmettitori come serotonina, dopamina o glutammato e influenzare così il tono dell’umore, la percezione del dolore, l'appetito e il ritmo sonno-veglia.  
  • I recettori CB2, invece, sono coinvolti principalmente nella regolazione dell’infiammazione e nella modulazione della risposta immunitaria. A seconda del tipo di cannabinoide, della sua affinità con i recettori e del contesto fisiologico individuale, queste risposte possono essere stimolate o inibite. Il sistema endocannabinoide, infatti, agisce come un vero e proprio “sensore di equilibrio”, intervenendo quando l’organismo è sotto stress o fuori equilibrio, per ripristinare l’omeostasi, ovvero la stabilità interna necessaria al benessere generale. 

Metabolizzazione dei cannabinoidi e durata degli effetti 

Come per molti cannabinoidi, anche il metabolismo e la durata degli effetti dipendono da diversi fattori individuali e dalla modalità di assunzione.  
Ad esempio, il CBD, una volta introdotto nell’organismo, viene metabolizzato principalmente dal fegato e la sua permanenza nel corpo può variare da poche ore a diversi giorni.  
La durata degli effetti percepibili dipende dalla via di somministrazione: se assunto per via sublinguale, l’azione inizia in genere entro 30 minuti e può durare fino a 6 ore; in forma orale (come capsule o alimenti), l’assorbimento è più lento, ma gli effetti possono essere più prolungati, arrivando anche a 8 ore o più.
Inoltre, frequenza d’uso, dosaggio e caratteristiche fisiologiche individuali influenzano significativamente la velocità di eliminazione del composto e la sua efficacia percepita. 

Quali sono i potenziali benefici dei cannabinoidi 

I cannabinoidi possono generare effetti benefici sull’organismo proprio perché agiscono in sinergia con il sistema endocannabinoide. Questa interazione consente una modulazione naturale di numerose funzioni fisiologiche.  
Tra i benefici più frequentemente associati all’uso di cannabinoidi vi sono: 

Studi scientifici e prove cliniche 

Negli ultimi anni, l’interesse scientifico verso i cannabinoidi è cresciuto in modo esponenziale e, con esso, anche il numero di studi clinici che ne esplorano i potenziali benefici.  

Il CBD, ad esempio, è stato oggetto di ricerche per il suo possibile impatto positivo sulla salute della pelle. Uno studio pubblicato su Pharmaceuticals ha evidenziato come il CBD possa contribuire a regolare la produzione di sebo e a contrastare stati infiammatori cutanei. Si rivelerebbe, dunque, promettente nel trattamento di disturbi come acne e dermatiti. Ma i suoi benefici non si fermano alla pelle.

  • Un’altra ricerca, condotta nel 2022, ha esaminato l’uso del CBD contro l’insonnia: i risultati hanno mostrato miglioramenti nella qualità e durata del sonno, in particolare tra soggetti con ansia o disturbi cronici. 
  • Interessante è anche il ruolo emergente del CBG, altro fitocannabinoide non psicoattivo: una review del 2022 ne ha esaminato il potenziale nel trattamento di malattie neurodegenerative, infiammazioni intestinali e persino disfunzioni metaboliche.  

E questi sono solo alcuni studi che sono stati condotti negli ultimi anni. Sebbene siano necessari ulteriori studi, le evidenze raccolte finora suggeriscono con forza che i cannabinoidi possono rappresentare un supporto concreto in diversi ambiti della salute umana. 

Come usare i cannabinoidi e i loro derivati 

I cannabinoidi possono essere assunti in diverse forme, ognuna delle quali si adatta a esigenze e obiettivi specifici. La modalità scelta influisce sia sulla rapidità dell’effetto che sulla sua durata. È possibile utilizzare i cannabinoidi sottoforma di: 

  • Olio di CBD: l'olio di CBD può essere assunto per via orale o applicato sulla pelle per ridurre il dolore cronico, l'infiammazione e migliorare la salute della pelle.
  • Estratti di cannabis: gli estratti di cannabis possono essere utilizzati per preparare tisane o per vaporizzare la cannabis per ridurre il dolore cronico e l'infiammazione.
  • Creme e unguenti: le creme e gli unguenti a base di cannabinoidi possono essere applicati sulla pelle per ridurre il dolore e l'infiammazione.
  • Capsule: le capsule possono essere assunte per via orale per ridurre il dolore cronico e migliorare la salute mentale. 

Possibili effetti collaterali dei cannabinoidi  

Nonostante i benefici, l’assunzione di cannabinoidi può causare anche alcuni effetti collaterali che variano in intensità da persona a persona.  
Tra i più comuni troviamo: 

  • secchezza delle fauci; 
  • sonnolenza; 
  • nausea; 
  • vertigini; 
  • ansia. 

Questi disturbi sono generalmente temporanei e si attenuano con l’adattamento dell’organismo o la regolazione del dosaggio. Tuttavia, un uso prolungato può portare a effetti più significativi, come tolleranza, dipendenza e difficoltà nella memoria e nella coordinazione motoria.  
Per questo motivo, è fondamentale utilizzare i cannabinoidi con attenzione e preferibilmente sotto controllo medico, per bilanciare i benefici con i potenziali rischi. 

Possibili interazioni tra cannabinoidi e altri farmaci 

I cannabinoidi, e in particolare il CBD, possono interagire con alcuni farmaci comuni e influenzarne l’efficacia o la metabolizzazione.
Il CBD, per esempio, agisce su enzimi epatici come quelli del sistema citocromo P450, coinvolti nel metabolismo di numerosi farmaci. Per questo motivo, può modificare la risposta a antibiotici, antinfiammatori, antiepilettici, psicofarmaci e anticoagulanti.
Va detto, però, che queste possibili interazioni non comportano automaticamente che il CBD sia controindicato in presenza di tali terapie. Spesso è possibile modulare il dosaggio o scegliere modalità di assunzione che minimizzino il rischio di interferenze.  

Indicazioni per l’uso consapevole 

Per un utilizzo sicuro ed efficace dei cannabinoidi, come il CBD, è fondamentale adottare un approccio consapevole.
Ogni persona ha caratteristiche uniche che influenzano la risposta a queste sostanze, così come i motivi che portano al loro impiego possono variare significativamente. Per questo motivo, è sempre consigliabile rivolgersi a un medico prima di iniziare qualsiasi trattamento a base di cannabinoidi. Solo un professionista è in grado di valutare correttamente la situazione individuale, di suggerire le dosi più appropriate e minimizzare eventuali rischi.  

Cannabinoidi legali in Italia e contesto normativo 

La storia normativa dei cannabinoidi riflette un percorso complesso e in continua evoluzione. Per lungo tempo i cannabinoidi sono stati considerati esclusivamente nell’ambito della regolamentazione della cannabis. Solo negli ultimi decenni, grazie ai progressi nella ricerca, molte legislazioni europee, compresa quella italiana, hanno iniziato a distinguere tra uso medico e uso ricreativo e tra cannabinoidi psicoattivi e cannabinoidi non psicoattivi, riconoscendo il potenziale terapeutico di composti come il CBD e regolamentandone la produzione, distribuzione e prescrizione.  
Un contesto normativo, questo, che resta dinamico e in evoluzione, con sempre maggiore attenzione agli standard di sicurezza e qualità. 

Regolamentazione dei cannabonoidi in Italia e in Europa 

La regolamentazione dei cannabinoidi in Europa e in Italia ha subito significative trasformazioni negli ultimi anni.

  • In Italia, un passaggio fondamentale è rappresentato dal decreto ministeriale del 2015, che ha definito le modalità di prescrizione, produzione e distribuzione dei cannabinoidi a uso medico, per garantire un quadro chiaro e sicuro per pazienti e operatori sanitari.  
  • A livello europeo, l’evoluzione normativa ha seguito le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha promosso la revisione delle classificazioni internazionali, distinguendo il CBD da sostanze con effetti psicoattivi e facilitandone l’accesso in ambito medico. Va detto, però, che nonostante questi progressi, le normative restano differenziate tra i vari Paesi membri. 

Cannabinoidi: quali e come sceglierli 

I prodotti a base di cannabinoidi sono oggi facilmente reperibili in negozi fisici e shop online. È, però, fondamentale orientarsi verso soluzioni di alta qualità per garantirne sicurezza ed efficacia. 
Prima dell’acquisto, è utile imparare a leggere con attenzione le etichette, nonché conoscere le certificazioni e i controlli effettuati dall’azienda produttrice.
Va detto, poi, che consultare un medico resta sempre un passo importante per valutare l’idoneità personale all’uso..   

Come leggere l’etichetta di un prodotto a base di cannabinoidi 

Un aspetto fondamentale quando si sceglie un prodotto a base di cannabinoidi è imparare a leggere correttamente l’etichetta. Questa contiene informazioni preziose che aiutano a capire cosa si sta acquistando e a valutarne l’efficacia e la sicurezza. Nel caso dei prodotti a base di CBD, è particolarmente importante controllare alcuni elementi chiave, tra cui: 

  • Il tipo di CBD presente (olio, crema, capsule, ecc.); 
  • La composizione completa e gli eventuali ingredienti aggiuntivi; 
  • La presenza e la percentuale di THC, che deve rispettare i limiti di legge; 
  • L’indicazione se il prodotto è stato testato da laboratori indipendenti, a garanzia di qualità e purezza. 

Affidarsi a produttori certificati è un passo essenziale per evitare rischi e scegliere cannabinoidi di alta qualità. 

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FAQ – Risposte alle domande più frequenti sui cannabinoidi 

Dopo aver esplorato gli aspetti principali legati ai cannabinoidi, in questa sezione rispondiamo alle domande più frequenti per chiarire dubbi e offrire informazioni pratiche e affidabili. 

I cannabinoidi sono legali in Italia? 

Sì, i cannabinoidi come il CBD sono legali in Italia purché il contenuto di THC sia inferiore allo 0,6%, secondo la normativa vigente. 

Quali cannabinoidi non danno effetti psicoattivi? 

CBD, CBG e CBC sono esempi di cannabinoidi non psicoattivi, che non alterano la percezione o lo stato mentale. 

Qual è la differenza tra uso medico, ricreativo e integrativo? 

I cannabinoidi possono essere impiegati in modi molto diversi, a seconda degli obiettivi e delle modalità di utilizzo.

  • L’uso medico riguarda l’impiego di cannabinoidi specifici, come il CBD o il THC, in dosaggi controllati e prescritti da un medico per trattare condizioni cliniche come dolore cronico, epilessia o nausea da chemioterapia. 
  • L’uso ricreativo implica il consumo di cannabinoidi, spesso in forma di cannabis o estratti, per effetti psicoattivi e di svago, senza scopi terapeutici, e rimane regolamentato o vietato in molti Paesi.
  • L’uso integrativo si riferisce all’assunzione di prodotti a base di cannabinoidi, come gli integratori alimentari, con l’intento di supportare il benessere quotidiano, ad esempio per migliorare il rilassamento o il sonno, senza sostituire terapie mediche. 

Posso assumere cannabinoidi se prendo altri farmaci? 

Il CBD può interagire con alcuni farmaci, ma non è detto che debba essere evitato; è importante valutare caso per caso. 

I cannabinoidi sono adatti anche per animali? 

Sì, i cannabinoidi possono essere usati anche per animali, ma sempre con prodotti specifici e sotto consiglio veterinario. 

Dove posso acquistare cannabinoidi certificati? 

Eusphera mette a disposizione diversi prodotti a base di CBD (come oli al CBD, creme con CBD e integratori) mostrando tutti gli ingredienti. In più, l’azienda è in possesso di tutte le certificazioni richieste per legge e i prodotti vengono testati in laboratori indipendenti e accreditati.  

Quali certificazioni devono avere i cannabinoidi per essere considerati sicuri? 

Quando si acquistano prodotti a base di cannabinoidi, soprattutto online, è fondamentale verificare che l’azienda produttrice disponga delle certificazioni di qualità necessarie.  
Tra le più importanti vi sono le certificazioni ISO, che attestano la conformità a standard internazionali riguardanti la gestione della qualità, la sicurezza alimentare e i processi produttivi. Questi riconoscimenti garantiscono che il prodotto sia stato realizzato con controlli rigorosi, assicurando purezza, sicurezza e trasparenza.

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