Cbd e metabolismo
Uno degli obiettivi che ci si pone specie a ridosso dell'estate è quello di riuscire a perdere peso in modo naturale e possibilmente senza grandi sacrifici, magari utilizzando un prodotto che possa agevolare questi buoni propositi.
Uno tra i prodotti che possono aiutarti nel raggiungere tali obiettivi è il CBD, acronimo di cannabidiolo, una sostanza presente nella canapa, che regola molte delle funzioni fisiologiche del nostro organismo.
Il CBD è un cannabinoide che non crea dipendenza in quanto non rientra tra quelli psicoattivi e quindi è sicuro e senza particolari effetti collaterali, se non nei casi di alte dosi, alle quali per altro è difficile arrivare, perché in commercio ci sono prodotti parcellizzati.
Come agisce, dunque, il CBD con il metabolismo?
Il nostro organismo ha molti recettori sensibili grazie alla presenza di un Sistema Endocannabinoide, detto in termini abbreviati SEC.
Lo stesso si attiva attraverso la presenza di 2 recettori, in particolare, il CB1 e il CB2, che svolgono il ruolo di chiave di accesso e di contatto tra i cannabinoidi come il CBD e molte delle funzioni dell'organismo.
Nello specifico i CB1 sono presenti nel nostro sistema nervoso, in particolare nel cervello, mentre i CB2 sono quelli che interessano l'apparato digerente e il sistema immunitario.
È noto che nel nostro intestino sono presenti circa l'80% delle difese immunitarie, per cui i 2 aspetti sono strettamente collegati.
Il CBD e i recettori di cui abbiamo parlato sono stati scoperti soltanto nei primi anni '90 e da allora molti studi hanno avuto come oggetto gli effetti positivi di questa sostanza sull'organismo.
Tra le ricerche condotte in particolare sulla correlazione tra CBD e dimagrimento, alcuni scienziati coreani hanno verificato che lo strato di adipe presente soprattutto sull'addome subiva una degradazione, per cui veniva eliminato attraverso l'aumento della temperatura, cioè bruciando maggiori calorie.
Sono, quindi, riusciti a verificare che il meccanismo brucia grassi era stato attivato proprio da questo cannabinoide.
Negli anni successivi altre ricerche hanno dimostrato come il CBD aumenti il metabolismo, a tutto vantaggio della perdita di peso, che dipende dalle naturali funzioni dell'organismo opportunamente attivate.
Le interazioni che sono state verificate tra cannabinoidi e organismo sono tante, e tra questa c'è anche l'appetito, l'umore, i cicli del sonno, la funzionalità epatica e renale, gli stati infiammatori, il sistema cardiovascolare e molto altro.
Per completezza d'informazione la canapa contiene anche altri cannabinoidi, tra cui quello più noto che è il THC, cioè il tetraidrocannabinolo, che è alla base degli effetti psicotici della marijuana; per tale motivo è illegale in molti Paesi del mondo.
La relazione tra CBD e metabolismo
Come già detto, il CBD con il metabolismo ha una stretta correlazione, perché migliora l'assorbimento dei nutrienti, nel senso che limita l'accumulo di grassi e, quelli già presenti, subiscono una diminuzione grazie all'impiego dell'energia accumulata.
Più precisamente la stessa energia immagazzinata attraverso il cibo viene prontamente impiegata e non si trasforma in accumuli di adipe.
Tutto avviene quando il sistema endocannabinoide viene attivato, regolando quegli enzimi che sono alla base dell'assorbimento dei nutrienti.
Gli studi su questi effetti del CBD sul metabolismo continuano e presentano sempre nuovi risvolti positivi, che confermano la tesi iniziale: i cannabinoidi influiscono sul metabolismo facendo perdere peso.
La regolazione del senso di fame con i CBD
Un aspetto importante relativo agli effetti del CBD è quello di inibire il senso di fame e di regolare l'appetito.
La questione è stata molto dibattuta tra gli scienziati che studiano ancora oggi gli effetti di questo cannabinoide.
La risposta è arrivata in qualche molto confrontando le reazioni che determina il THC sul senso di fame e quelli che invece dà il CBD.
Il tetraidrocannabinolo è alla base della cosiddetta fame chimica, cioè stimola l'appetito Portando in particolare a desiderare cibi dolci. Per questo stesso motivo si usa a scopo terapeutico in quei pazienti oncologici che hanno bisogno di tornare in forze, dopo cicli di chemioterapia e i postumi della malattia.
Riguardo alla diminuzione del senso di fame indotto dal CBD, è stata condotta una ricerca su cavie da laboratorio come i topolini, presso l'Università di Yale, negli Stati Uniti.
I ricercatori hanno prima verificato il meccanismo che innesca la fame chimica e poi hanno controllato la reazione dei recettori CB1 e dei neuroni, che portano il messaggio della senso di sazietà al cervello.
Le cavie sono state monitorate e si è visto che i neuroni in presenza del cannabinoide rilasciano un ormone (α-Melanocyte), che li ha fatti sentire sazi.
A questo si è aggiunta anche una sostanza come le beta-endorfine che notoriamente determina un senso di benessere.
Se ne deduce che, nonostante non si mangi come al solito, non interviene la tristezza e il senso di sacrificio della rinuncia non si avverte come tale.
Questo significa che in base al cannabinoide assunto, la cannabis può aumentare o diminuire l'appetito favorendo l'obesità o il dimagrimento.
Perdere peso con il CBD
Bisogna partire dal punto fermo che il CBD non provoca fame, al contrario la attenua e aiuta a evitare spuntini fuori orario e ingestione eccessiva di quantità di cibo.
Questo è già un grande passo per chi ha intenzione di dimagrire grazie a questo cannabinoide.
Rimane da approfondire il meccanismo che è alla base di questo dimagrimento e perché il CBD può essere un valido aiuto in tal senso. Bisogna premettere che per dimagrire è comunque necessario seguire una dieta equilibrata e fare attività fisica, senza pensare che il CBD faccia tutto da solo. Si tratta, invece, di un modo per facilitare il percorso nella perdita di peso, che secondo gli studiosi si può realmente raggiungere.
Le ricerche condotte di recente sulla cannabis sativa hanno puntato a verificare i suoi eventuali benefici terapeuti, per utilizzarli come coadiuvanti nelle terapie farmacologiche e nelle cure.
Per provare i suoi effetti a favore del dimagrimento si trova in commercio soprattutto l'olio di CBD, assumendo il quale il metabolismo risponderà nel migliore dei modi, cioè accelerando la sua attività.
Non si tratta soltanto del fatto che il cosiddetto grasso bianco, che tende a proliferare, si trasforma in grasso bruno, cioè soggetto a eliminazione da parte dell'organismo.
Il CBD agisce sul metabolismo in altri 2 modi, cioè scomponendo gli accumuli di grasso e bloccando il meccanismo con il quale si possono formare nuove cellule adipose.
I ricercatori puntano a trovare un valido effetto terapeutico che sia utile a far dimagrire i grandi obesi, che devono perdere una quantità di peso considerevole in un arco di tempo non proprio breve.
Negli ultimi anni l'effetto terapeutico del CBD sul metabolismo e sull'induzione della perdita di peso è stato riconosciuto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Per questo gli studi si sono intensificati anche per approfondire effetti benefici in altri ambiti. Un esempio sono gli effetti positivi del CBD sulla pressione alta che rappresentano un'altra frontiera per l'applicazione terapeutica del cannabinoide.
Pare, infatti, che possa rientrare tra i futuri trattamenti dell'ipertensione.
Lo studio, che è stato condotto nel 2017 e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation, ha considerato un campione di 9 persone, trattate con 600 mg di CBD e con il sistema di controllo dell'effetto placebo.
È stato evidenziato che chi ha assunto il cannabinoide aveva valori pressori più bassi in caso di stress e a riposo.
Il campione è di certo ridotto, ma ha comunque rappresentato un primo passo per migliorare la qualità della vita riguardo alle patologie del sistema cardiovascolare e degli ipertesi.
Inoltre, la perdita di peso è utile a eliminare uno dei più importanti fattori di rischio per le patologie cardiache e metaboliche.
Una ulteriore correlazione tra Antociani CBD e mal di schiena promette bene sul fronte del trattamento degli stati dolorosi, che non rispondono agli analgesici attualmente utilizzati.
Gli antociani sono la componente che dà il pigmento alla pianta della cannabis e, messi in relazione con gli effetti del CBD, diventano bioattivi per gli stati dolorosi.
Gli studi condotti, tra i quali uno nel 2004 nel Regno Unito su un campione di 34 persone osservate per un periodi di 3 mesi, ha verificato che il dolore di vari tipi, tra cui quello neuropatico, cronico, acuto, oncologico e ostearticolare, rispondeva positivamente alla somministrazione di vari cannabinoidi, tra cui il CBD.
Il vantaggio che offrirebbe alla medicina è che non essendo un oppiaceo, si potrebbero trattare anche i pazienti in post intervento, senza temere la depressione respiratoria, cioè una diminuzione della saturazione di ossigeno nel sangue per il rilassamento dei muscoli polmonari.
Si potrebbe auspicare, alla luce di questi studi, una combinazione terapeutica tra cannabinoidi e analgesici tradizionali, per trattare forti dolori, compreso il mal di schiena, che è tra i disturbi tra i più diffusi e invalidanti.
Questi e altri effetti benefici sono correlati all'assunzione di CBD, che oltre a essere disponibile sotto forma di olio si trova anche in compresse e come creme da applicare sulla pelle, per trattamenti di bellezza.
È utile sapere che questa sostanza va assunta con moderazione e che gli effetti che si riscontrano sono molto soggettivi.
Per sapere quali benefici può dare il CBD anche sul tuo metabolismo e sul resto delle funzioni organiche, bisogna provarlo.
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