CBD e schizofrenia: l’efficacia dell’estratto di canapa sativa
Nel nostro blog abbiamo già parlato a lungo degli effetti positivi dell’olio di CBD sulla salute. A questo lungo elenco vanno aggiunti i risultati molto incoraggianti che sono stati evidenziati da alcuni studi sulla somministrazione del CBD a pazienti effetti da psicosi e schizofrenia.
Secondo diverse ricerche, infatti, un trattamento con CBD risulterebbe molto utile a chi soffre di questi disturbi psichiatrici. Di seguito riportiamo i dati più significativi che sono stati raccolti.
Effetto antipsicotico del CBD
È stato scoperto l’effetto antipsicotico del CBD: il cannabidiolo aiuta ad alleviare i sintomi acuti della malattia, i quali sono dovuti al sostanziale squilibrio psichico vissuto dalla persona (alterata percezione della realtà e pensiero incoerente, che possono portare ad aggressività, isolamento sociale, eccetera).
Una ricerca in particolare, eseguita su una giovane paziente schizofrenica, ha evidenziato il fatto che, durante il trattamento, i sintomi del disturbo – forte aggressività, tendenza all’autolesionismo, allucinazioni, incoerenza di pensiero – si sono ridotti, per poi tornare ad aumentare una volta sospesa la somministrazione di CBD.
Il CBD non ha effetti collaterali
Anche l’Università di Cologne ha confermato, con uno studio su 42 pazienti, che l’estratto di canapa s. ha la capacità di diminuire i sintomi clinici della psicosi.
La ricerca ha anche permesso di mettere in luce un ulteriore vantaggio del CBD, rispetto ai tradizionali farmaci antipsicotici: quello di non avere effetti collaterali. Tra i più comuni effetti collaterali di questa tipologia di farmaci si possono, ad esempio, citare l’insorgenza di ipotensione, disfunzioni di carattere sessuale, disturbi visivi, gastrointenstinali e alla vescica.
Nel 2017, anche i ricercatori del King’s College di Londra sono giunti con uno studio alla medesima conclusione, e cioè che il CBD ha un significativo effetto antipsicotico e che, a differenza dei farmaci convenzionali, non presenta effetti collaterali.
Lo stesso studio ha rilevato che nei pazienti trattati con CBD sono aumentati notevolmente i livelli di anandamide, un cannabinoide endogenico (cioè, presente all’interno dell’organismo) che funge da neuromodulatore e neurotrasmettitore.
L’azione dell’anandamide è particolarmente importante, ad esempio, nella regolazione del tono dell’umore, dell’appetito, della percezione del dolore e della funzionalità della memoria. È facile, quindi, intuire che l’aumento dei livelli di questa molecola nel corpo è un fatto particolarmente positivo per la salute.
Il CBD riduce cortisolo e stress
Altri studi, resi noti dalla rivista internazionale Psychopharmachology, hanno rivelato che il CBD aiuta a ridurre i segni di stress, che sono tra i fattori scatenanti dei disturbi psicotici come la schizofrenia.
Essendo un potente ansiolitico, il cannabidiolo si rivela, dunque, molto utile per prevenire e ridurre uno dei più significativi fattori di rischio per chi soffre di questi disturbi psichiatrici.
Vale la pena ribadire che l’azione ansiolitica del CBD è dovuta al fatto che esso fa abbassare i valori del cortisolo, considerato l’“ormone dello stress”, e responsabile di disturbi come insonnia, ipertensione, sovrappeso e obesità, eccetera.
In conclusione
Per concludere, l’efficacia del CBD nel trattamento della psicosi e della schizofrenia è stata dimostrata da numerosi e autorevoli studi. Il suo impiego clinico nella cura delle malattie psicotiche rappresenta una nuova frontiera, e l’augurio è che questo campo d’indagine venga ulteriormente approfondito a breve.
È nell’interesse comune, infatti, che un prodotto naturale come l’olio di CBD – privo di effetti dannosi sulla salute – possa essere utilizzato per alleviare l’intensità dei sintomi di chi soffre di tali disturbi e aumentarne, così, la qualità della vita.