CBD e reflusso gastroesofageo
Sensazione ricorrente di bruciore allo stomaco, rigurgito, risalita di materiale acido lungo l’esofago? Questi sono i classici sintomi del reflusso gastroesofageo e la scienza ci dimostra che i principi attivi estratti dalla pianta di Cannabis s. (i fitocannabinoidi) possono giocare un ruolo importante nel riportare alla normalità i processi patologici che causano questo disturbo.
Reflusso gastroesofageo: Cos’è?
La malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) è una condizione cronica molto comune caratterizzata dalla risalita del contenuto acido dallo stomaco nell'esofago (il “tubo” che porta il cibo dalla bocca allo stomaco). Si stima che in Italia ne soffra un terzo della popolazione tra i trenta e i cinquant'anni (sia uomini sia donne). I sintomi sono rappresentati da bruciore di stomaco acidità e rigurgito.
Reflusso gastroesofageo: le cause e i sintomi
Quando mangiamo il cibo ingerito passa dall’esofago allo stomaco. Tra l’esofago e lo stomaco si trova una piccola valvola chiamata sfintere gastroesofageo. Se tutto funziona a dovere, quando deglutiamo la valvola si apre per permette il trasferimento del cibo (o più correttamente bolo) nello stomaco e si richiude subito dopo, per impedire la risalita degli acidi gastrici e prevenire l’irritazione delle pareti dell’esofago.
Nell persone affette da MRGE lo sfintere gastroesofageo è indebolita, si apre quando non dovrebbe e permette la risalita degli acidi gastrici provocando le tipiche sensazioni di bruciore alla bocca dello stomaco (o pirosi), alito cattivo, rigurgito acido, salivazione eccessiva e, a volte, anche dolore toracico, nausea, gonfiore addominale, singhiozzo.
Alcuni fattori possono aumentare il rischio (o essere la causa diretta) di sviluppare la MRGE:
- in situazioni di sovrappeso od obesità, la pressione sullo stomaco può indebolire la muscolatura della parte inferiore dell’esofago portando alla cattiva chiusura dello sfintere gastroesofageo
- se si consumano alimenti ad alto contenuto di grassi, lo stomaco impiega più tempo a digerirli e produce una maggiore quantità di acidi che possono risalire nell'esofago
- fumo, alcol, caffè o cioccolato possono contribuire a rilassare i muscoli all'estremità inferiore dell’esofago
- i cambiamenti ormonali (ad esempio durante la gravidanza) e la pressione sullo stomaco esercitata dal feto possono impedire la corretta chiusura della valvola
- ernia iatale
- utilizzo di alcuni farmaci come, ad esempio, i calcioantagonisti (utilizzati per curare l’ipertensione), i nitrati (utilizzati per curare l’angina) e i farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) possono causare o peggiorare i sintomi del reflusso acido
- lo stress
- l’impiego di abiti o cinture troppo stretti
Reflusso gastroesofageo: come si cura?
La malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) può essere curata sia facendo attenzione ad osservare semplici accorgimenti sia con farmaci di automedicazione.
Per cominciare, dovremmo valutare il nostro stile di vita e abitudini alimentari e, se necessario, apportare delle piccole modifiche che ci faranno stare meglio!
Ad esempio, dovremmo:
- fare pasti piccoli e frequenti, non bere alcol nelle tre o quattro ore prima di dormire, evitare pasti abbondanti la sera.
- evitare quei cibi (cioccolato, pomodori, spezie, cibi molto grassi) e bevande (caffè, alcol) che possono peggiorare (o causare!) il reflusso gastroesofageo
- evitare di indossare abiti o cinture troppo stretti
- evitare il fumo (che fa sempre bene!)
- dimagrire se si è in sovrappeso
- alzare la testata del letto di 10-15 cm
- e sicuramente evitare situazioni stressanti o uno stile di vita troppo spesso fonte si stress elevato.
Purtroppo, sappiamo tutti che rispettare un vademecum di questo tipo può essere difficile e non sempre ci si riesce con costanza. Perciò siamo costretti a fare ricorso ai farmaci.
I farmaci disponibili per la cura dei sintomi della MRGE sono molto vari e alcuni sono farmaci da banco (possono, cioè, essere venduti senza ricetta medica). Tra questi:
- gli antiacidi, che neutralizzano gli acidi gastrici (ATTENZIONE: possono interferire con l’assorbimento di altri farmaci, quindi chiedete consiglio al vostro medico);
- gli alginati che formano una pellicola protettiva per lo stomaco e l’esofago;
- inibitori della pompa protonica, che riducono la secrezione degli acidi gastrici;
- farmaci che bloccano l'azione dell'istamina o antagonisti dei recettori H2, che diminuiscono in questo modo il rilascio di acido cloridrico.
Tuttavia, a volte questi farmaci e devono essere assunti per un periodo lungo e possono provocare, di conseguenza, lievi effetti collaterali, quali mal di testa, vertigini, stitichezza, diarrea, nausea.
Come sempre, è importante che questi farmaci siano assunti seguendo la dose consigliata e non oltre le due settimane qualora risultino inefficaci. Se queste misure non dovessero avere successo o nel caso in cui sia in corso un trattamento con altri farmaci, ricordiamoci di richiedere il parere del proprio medico che potrà prescrivere altri medicinali o, nel caso, consigliare una visita da parte di uno specialista.
Oltre all’approccio farmacologico, la MRGE può essere curata anche tramite terapia chirurgica (ad esempio il restringimento dello sfintere gastroesofageo) soprattutto in quei pazienti che non rispondono ai farmaci o risentano di troppi effetti indesiderati.
Reflusso gastroesofageo e Sistema endocannabinoide
La normale funzionalità del tratto gastrointestinale (GI) è fortemente regolato dall’attività del Sistema Endocannabinoide, lo stesso con cui interagiscono i fitocannabinoidi, quali il tetraidrocannabinolo (THC o Delta9THC) ed il cannabidiolo (o CBD)1. Infatti, entrambi i tipi di recettori per i cannabinoidi (CB1 e CB2) e gli endocannabininoidi (i cannabinoidi che il nostro organismo produc,e da sé), insieme con gli altri componenti del sistema, sono espressi lungo tutto il GI2-5 ed hanno la funzione di prevenire l’insorgenza di processi infiammatori a carico di quest’apparato6.
La prima evidenza in tal senso proviene da uno studio del 2009 effettuato dal gruppo di ricerca diretto dal Prof. Boeckxstaens dell’ Academic Medical Centre di Amsterdam. In particolare, i ricercatori dimostrarono che la somministrazione in volontari sani di 10 e 20 mg di Δ9-THC una volta alla settimana per tre settimane riduceva significativamente il rilassamento dello sfintere esofageo. Tuttavia, i ricercatori notarono anche che la dose più alta di Δ9-THC (20 mg) induceva nausea e vomito7.
A causa degli effetti psicotropi del THC (cioè della sua capacità di alterare le nostre percezioni e produrre il tipico effetto “sballo”), il mondo scientifico ha spostato la sua attenzione su quei fitocannabinoidi, come il CBD, che non inducono effetti di questo tipo.
Ora, la domanda è: può il CBD essere di aiuto nel trattamento del reflusso gastroesofageo? La risposta è sì, può farlo ed in tre modi differenti:
- modula la motilità gastrointestinale, aiuta a rilassare la muscolatura del tratto gastrointestinale, diminuendo la sensazione di dolore associato alla MRGE
- riduce la secrezione degli acidi gastrici, diminuendo la loro risalita lungo l’esofago e diminuendo il rischio di infiammazione
- grazie alle sue riconosciute proprietà anti-infiammatorie, agisce direttamente sul processo infiammatorio a carico dell’esofago8-10.
Inoltre, il CBD non ha effetti collaterali soprattutto se assunto a basse dosi, non dà assuefazione e non ha effetti psicotropi: può essere assunto in tranquillità purchè ne sia certificata la qualità. Visita il nostro sito Eusphera Nutraceuticals e resta aggiornato sulle ultime novità!
Referenze
1 Massa, F., Storr, M. & Lutz, B. The endocannabinoid system in the physiology and pathophysiology of the gastrointestinal tract. J Mol Med (Berl) 83, 944-954, doi:10.1007/s00109-005-0698-5 (2005).
2 Casu, M. A. et al. Differential distribution of functional cannabinoid CB1 receptors in the mouse gastroenteric tract. Eur J Pharmacol 459, 97-105, doi:10.1016/s0014-2999(02)02830-3 (2003).
3 Wright, K. et al. Differential expression of cannabinoid receptors in the human colon: cannabinoids promote epithelial wound healing. Gastroenterology 129, 437-453, doi:10.1016/j.gastro.2005.05.026 (2005).
4 Capasso, R. et al. Fatty acid amide hydrolase controls mouse intestinal motility in vivo. Gastroenterology 129, 941-951, doi:10.1053/j.gastro.2005.06.018 (2005).
5 Duncan, M. et al. Distribution and function of monoacylglycerol lipase in the gastrointestinal tract. Am J Physiol Gastrointest Liver Physiol 295, G1255-1265, doi:10.1152/ajpgi.90500.2008 (2008).
6 Esposito, G. et al. Palmitoylethanolamide improves colon inflammation through an enteric glia/toll like receptor 4-dependent PPAR-alpha activation. Gut 63, 1300-1312, doi:10.1136/gutjnl-2013-305005 (2014).
7 Beaumont, H. et al. Effect of delta9-tetrahydrocannabinol, a cannabinoid receptor agonist, on the triggering of transient lower oesophageal sphincter relaxations in dogs and humans. Br J Pharmacol 156, 153-162, doi:10.1111/j.1476-5381.2008.00010.x (2009).
8 Zou, S. & Kumar, U. Cannabinoid Receptors and the Endocannabinoid System: Signaling and Function in the Central Nervous System. Int J Mol Sci 19, doi:10.3390/ijms19030833 (2018).
9 Gotfried, J., Kataria, R. & Schey, R. Review: The Role of Cannabinoids on Esophageal Function-What We Know Thus Far. Cannabis Cannabinoid Res 2, 252-258, doi:10.1089/can.2017.0031 (2017).
10 Atalay, S., Jarocka-Karpowicz, I. & Skrzydlewska, E. Antioxidative and Anti-Inflammatory Properties of Cannabidiol. Antioxidants (Basel) 9, doi:10.3390/antiox9010021 (2019).