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CBD per mal di testa

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CBD e mal di testa

Cannabinoidi e mal di testa


Indipendentemente da sesso ed età, quasi a tutti capita (o è capitato) almeno una volta nella vita di soffrire di mal di testa. Quel dolore al capo, al collo che spesso impedisce di svolgere anche le attività più semplici. Esistono delle cure alternative ai classici farmaci, come gli antinfiammatori, che, pur alleviando la sensazione di dolore, possono indurre effetti collaterali anche gravi (ad esempio ulcere o gastriti)?
Le evidenze scientifiche ci suggeriscono che le sostanze estratte dalla pianta di Cannabis s. (note, nel loro insieme con il nome di Hemp Extract e contenente non solo i preziosi fitocannabinoidi, come il cannabidiolo o CBD, ma anche terpeni e flavonoidi) sia,no degli antidolorifici naturali. Possono dunque, rappresentare un’a valida alternativa al trattamento farmacologico classico per il mal di testa?
Ma, innanzitutto, cosa intendiamo con il termine mal di testa? In questo articolo troverai le risposte a queste domande molto di più: seguici!

Mal di testa: cos’è? Quali sono i sintomi? Cosa lo causa?


Cominciamo col dire che, in termini medici, il comune mal di testa è definito come cefalea.
La International Headache Society (IHS, Società Internazionale delle Cefalee) ha classificato quasi 100 tipi diversi di cefalee (Headache Classification Committee of the International Headache Society, 2018).
Volendo semplificare, possiamo suddividere i tipi cefalea (o mal di testa) in due grandi categorie: le cefalee primarie (non causate da un altro disturbo o patologia) e le cefalee secondarie (che sopraggiungono a seguito di altro disturbo).
Nelle cefalee primarie, è il dolore a costituire di per sé la malattia e può essere causato da uno scorretto stile di vita, da fattori ambientali o da fattori ormonali (il mal di testa da ciclo, ad esempio). Dal momento che, in questo caso, il mal di testa non è causato da altre patologie o disturbi, la sua origine è incerta.

Tipi di mal di testa


Sulla base delle caratteristiche del dolore e della sua distribuzione, le cefalee primarie si dividono, a loro volta, in 3 classi:

  • Emicrania con aura o senza: il dolore è pulsante, interessa molto spesso una metà del cranio e frequentemente si accompagna a nausea o vomito, ipersensibilità alla luce, ai rumori e/o agli odori
  • Cefalea di tipo tensivo: il dolore non è pulsante, ma “stringe” la testa oppure grava come un peso su di essa, colpisce entrambi i lati della testa ed è spesso associato a periodi di stress intenso
  • Cefalea a grappolo: il dolore è sempre molto intenso ma anche di breve durata (sebbene possano verificarsi più episodi nello stesso giorno) e colpisce la zona tra occhio e orecchio (zona temporale) e una metà del volto.

L'emicrania è una patologia che sembra possa avere anche un carattere di familiarità. In particolare, i genitori possono trasmettere ai figli la predisposizione ad una maggiore sensibilità del cervello verso variazioni dell’omeostasi dell’organismo, cioè di quell’equilibrio dinamico che il nostro corpo tende continuamente a conservare per “funzionare” meglio. Sono un esempio di alterazione dell’omeostasi dell’organismo le modifiche ormonali, i cambiamenti dei ritmi sonno-veglia, lo stress (indotti anche da variazioni ambientali o climatiche improvvise).
Nella cefalea di tipo tensivo, il dolore sembra indotto soprattutto da una tensione eccessiva e prolungata dei muscoli del capo e del collo, dovuta a stress, ansia o ad una postura sbagliata.
 
Un'altra possibile causa, meno frequente, è rappresentata da problemi di origine odontoiatrica. Ad esempio, una masticazione scorretta porta alla continua contrazione dei muscoli della mandibola e del collo causando, quindi, dolore. La persistenza delle contrazioni muscolari intorno al capo determinano un danno a livello dei tessuti dando origine a processi infiammatori che generano il dolore.
Nelle cefalee secondarie il mal di testa è la manifestazione del sintomo di un’altra patologia in atto. Le patologie che più frequentemente possono causare la cefalea sono:

  • Sinusite (infiammazione che colpisce la mucosa delle cavità situate nelle ossa del viso e che circondano occhi, naso e guance (i seni paranasali): il sintomo più comune è rappresentato da una sensazione di oppressione alla radice del naso e sulla fronte, dolore e gonfiore degli zigomi, mal di denti e, meno frequentemente, alterazione della visione
  • Influenza: oltre a inappetenza e/o nausea, tosse, mal di gola, febbre e congestione nasale(o naso chiuso, dovuta ad ostruzione nasale), molto spesso è accompagnata anche da mal di testa.
  • Digiuno prolungato: porta ad una riduzione della concentrazione degli zuccheri causando un’alterazione del metabolismo energetico cerebrale e della via di elaborazione degli stimoli dolorosi (sistema nocicettivo del cervello) tali da scatenare o aggravare il mal di testa
  • Disidratazione: la carenza di fluidi (che può essere causata non solo da scarso apporto di liquidi ma anche dal consumo smodato di alcolici) porta il cervello a contrarsi, staccarsi dalle ossa craniche e generare, in tal modo, dolore
  • Problemi articolari o muscolari (come il torcicollo) o della cervicale: in questo caso il dolore, pur originando a livello del collo, spesso “sale” lungo la testa, raggiungendo in alcuni casi anche le tempie
  • Meningite, ovvero infezioni alle meningi (le membrane che rivestono, proteggendolo, l’encefalo ed il midollo spinale all'interno del cranio e del canale rachidiano)
    trauma cranico
  • trombosi, ischemie ed emorragie cerebrali.

Oltre a queste due grandi categorie di cefalee, ne esiste una terza che comprende diversi tipi di nevralgia cranica e facciale e altre cefalee causate da infiammazioni dei nervi cranici e cervicali (come ad esempio le nevralgie del trigemino).

Mal di testa: come si cura?


Le terapie ad oggi disponibili per il trattamento delle cefalee sono diverse in funzione sia della durata e della frequenza del mal di testa sia della intensità del dolore. In ogni caso, possiamo classificarle in:

  • sintomatiche, basate sull’assunzione di farmaci al momento del bisogno (quando si verifica la crisi o l’attacco di mal di testa). Tra questi, ricordiamo gli antinfiammatori non steroidei (FANS, come l’aspirina, l’ibuprofene e similari) e i triptani
  • preventive, previste per quelle persone che soffrono di cefalea almeno 4 giorni al mese. Tra questi betabloccanti; calcioantagonisti; neuromodulanti; inibitori della ricaptazione della serotonina.

Accanto a queste terapie, esistono anche le cosiddette terapie di secondo livello (costituite da anticorpi monoclonali e tossina botulinica) che però vengono utiilizzate solo nel caso in cui le altre terapie non si siano dimostrate efficaci.
Nel caso della cefalea tensiva l’approccio farmacologico prevede l’utilizzo di analgesici (antidolorifici) al bisogno o, in via preventiva, di decontratturanti muscolari (miorilassanti) e altri farmaci rilassanti. I medici consigliano anche di praticare attività fisica, yoga o pilates per favorire il rilassamento muscolare.

I fitocannabinoidi: possono essere una cura per il mal di testa?


In ambito medico-scientifico è ormai ampiamente riconosciuto che i derivati estratti dalla pianta di Cannabis s. esercitano notevoli effetti positivi. Sono riconosciute le loro proprità come:

  • antinfiammatori, quindi utilissimi non solo per il trattamento di artrite, artrosi, dolori articolari e muscolari, ma anche per il mal di testa. Abbiamo appena visto, infatti, che il processo infiammatorio scatenato da continue contrazioni muscolari è uno dei fattori scatenanti il mal di testa!
  • analgesici, utili per la riduzione non solo dei dolori cronici e neuropatici, ma anche di quegli stati dolorosi associati alle cefalee
  • ansiolitici e rilassanti, utili per alleviare i sintomi di ansia e stress: grazie alla loro capacità di mimare l’azione del GABA, un neurotrasmettitore “calmante”, riducono l’impatto di questo importante fattore di rischio per l’insorgenza di cefalea muscolo-tensiva (Cifelli et al., 2020)

 
Inoltre, numerosi studi clinici e preclinici suggeriscono uno stretto legame tra cefalee e alterazioni della neurotrasmissione mediata dal sistema endocannabinoide. Ricordiamo che il Sistema Endocannabinoide è quel sistema la cui attività viene potenziata dai fitocannabinoidi e le altre molecole derivate dalla Cannabis. s. I fitocannabinoidi (soprattutto il cannabidiolo, o CBD, che a differenza del THC, non ha attività psicotropa e, perciò, non “sballa”) esercitano i loro effetti sia mediante l’interazione con i recettori per i cannabinoidi CB1 e CB2 sia mediante il potenziamento diretto dell’attività dei cannabinoidi endogeni, anadamide e 2-arachidonoilglicerolo (o 2-AG).
Numerosi pazienti che soffrono di cefalea, in particolare di emicrania, mostrano una ridotta attività del sistema endocannabinoide (Akerman et al, 2013; Cupini et al., 2006, 2008; Greco et al., 2018; Nagy-Grocz et al., 2016; Perrotta et al., 2012; Sarchielli et al., 2007). Quindi non stupisce che i fitocannabinoidi possano avere un enorme potenziale nel trattamento delle cefalee, con riduzione sia della frequenza delle crisi sia dell’intensità del dolore (Okunsaya et al., 2022). Pertanto, si dimostrano un’arma valida sia in termini di prevenzione sia di trattamento sintomatico delle cefalee, al pari dei farmaci classici, ma con minori (e solo rari) effetti collaterali.
Ovviamente, il mondo della ricerca non si ferma e ulteriori studi si rendono necessari sia per meglio definire i meccanismi tramite i quali i fitocannabinoidi migliorano i sintomi del mal di testa e ne prevengono l’insorgenza, sia per stabilire protocolli di trattamento standardizzati (cioè validati secondo criteri scientifici e condivisi a livello internazionale.
Noi saremo qui per aggiornarvi!
Referenze
Akerman, S., Holland, P. R., Lasalandra, M. P. & Goadsby, P. J. Endocannabinoids in the brainstem modulate dural trigeminovascular nociceptive traffic via CB1 and “triptan” receptors: implications in migraine. J Neurosci 33, 14869-14877, doi:10.1523/JNEUROSCI.0943-13.2013 (2013).
Cifelli P, Ruffolo G, De Felice E, Alfano V, van Vliet EA, Aronica E, Palma E. Phytocannabinoids in Neurological Diseases: Could They Restore a Physiological GABAergic Transmission? Int J Mol Sci. 2020 Jan 22;21(3):723. doi: 10.3390/ijms21030723.
Cupini, L. M. et al. Biochemical changes in endocannabinoid system are expressed in platelets of female but not male migraineurs. Cephalalgia 26, 277-281, doi:10.1111/j.1468-2982.2005.01031.x (2006).
Cupini, L. M. et al. Degradation of endocannabinoids in chronic migraine and medication overuse headache. Neurobiol Dis 30, 186-189, doi:10.1016/j.nbd.2008.01.003 (2008).
Greco, R., Demartini, C., Zanaboni, A. M., Piomelli, D. & Tassorelli, C. Endocannabinoid System and Migraine Pain: An Update. Front Neurosci 12, 172, doi:10.3389/fnins.2018.00172 (2018).
Headache Classification Committee of the International Headache Society (IHS) The International Classification of Headache Disorders, 3rd edition. Cephalalgia. 2018 Jan;38(1):1-211. doi: 10.1177/0333102417738202.
Nagy-Grocz, G. et al. The modulatory effect of anandamide on nitroglycerin-induced sensitization in the trigeminal system of the rat. Cephalalgia 36, 849-861, doi:10.1177/0333102415613766 (2016).
Okusanya BO, Lott BE, Ehiri J, McClelland J, Rosales C. Medical Cannabis for the Treatment of Migraine in Adults: A Review of the Evidence. Front Neurol. 2022 May 30;13:871187. doi: 10.3389/fneur.2022.871187. eCollection 2022.
Perrotta, A. et al. Acute reduction of anandamide-hydrolase (FAAH) activity is coupled with a reduction of nociceptive pathways facilitation in medication-overuse headache subjects after withdrawal treatment. Headache 52, 1350-1361, doi:10.1111/j.1526-4610.2012.02170.x (2012).
Sarchielli, P. et al. Endocannabinoids in chronic migraine: CSF findings suggest a system failure. Neuropsychopharmacology 32, 1384-1390, doi:10.1038/sj.npp.1301246 (2007).

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