Il CBD e i disturbi endocrini: in che modo può aiutare
Il cannabidiolo (CBD) è un composto presente nella pianta di canapa e nella cannabis che ha ricevuto molta attenzione negli ultimi anni per le sue numerose proprietà benefiche. In questo articolo, esamineremo come il CBD può influenzare il sistema endocrino e fornire potenziali benefici nel trattamento delle malattie endocrine. Scopriremo come il CBD può interagire con il sistema immunitario, influenzare i disturbi della tiroide e offrire vantaggi nel contesto di altre condizioni endocrine.
Cos'è il CBD e come funziona
Il cannabidiolo, CBD, è un cannabinoide estratto dalla pianta di Canapa Sativa, anche nota come cannabis o cannabis medica. Cannabis e CBD sono utilizzati per produrre prodotti a base di CBD che trovano largo impiego ed uso; uno dei prodotti maggiormente noti a base di CBD è l'olio di CBD. Tra i vari tipi di oli in commercio distinguiamo l'olio di CBD isolato, privo di tetraidrocannabinolo (THC) e di cannabinoidi psicoattivi e l' olio di CBD che contiene invece tracce di THC in quantità minime unitamente ad altri fitocomposti e cannabinoidi presenti nella pianta di cannabis sativa, come l'olio di CBD ad ampio spettro e a spettro completo. I prodotti a base di CBD oltre a vantare numerosi benefici sono privi di effetti psicoattivi e sono considerati ben tollerati dall'organismo. L'assunzione di CBD aiuta in moltissime condizioni e patologie, può contribuire a ridurre naturalmente infiammazioni e la percezione del dolore associati a condizioni spiacevoli e svolge un ruolo fondamentale nella regolazione dell'omeostasi organica, condizione di equilibrio fisiologico dell'organismo.
THC e CBD
Il THC e il CBD sono due dei principali composti chimici presenti nella cannabis. Mentre il THC è un composto psicoattivo con potenziali effetti collaterali indesiderati, il CBD è un composto non psicoattivo che mostra promettenti proprietà terapeutiche. Di conseguenza, i prodotti a base di CBD sono diventati sempre più popolari come opzione di trattamento per una serie di condizioni mediche.
CBD e il Sistema Endocannabinoide
L'organismo umano assimila il principio attivo presente nella canapa medica attraverso il sistema endocannabinoide. Esattamente come il sistema nervoso, il sistema immunitario e il sistema endocrino, con cui preferisce interagire come modulatore, il sistema endocannabinoide è uno dei sistemi biologici presenti nel corpo umano. Cannabinoidi e Sistema Endocannabinoide interagiscono attivamente; l'insieme degli endocannabinoidi presenti in un individuo viene identificato come sistema endocannabinoide. E' stato rilevato che il sistema endocannabinoide agisce sulla regolazione di un'ampia varietà di processi sia fisiologici che cognitivi, come l'appetito, la sensazione di dolore, il piacere, il sonno e l'umore. È possibile immaginare il sistema endocannabinoide come un sistema costituito da tre elementi:
Il primo elemento costituente è rappresentato dai cannabinoidi, che possono essere endogeni (endocannabinoidi) o esogeni (fitocannabinoidi), presenti naturalmente in diverse piante, ma soprattutto nella Cannabis. Questi ultimi sono molecole che trasmettono segnali e informazioni ad altre cellule del corpo umano, agiscono come "messaggeri" nel nostro organismo.
Di cannabinoidi se ne distinguono due tipi:
-Endocannabinoidi: cannabinoidi che originano all'interno del nostro corpo, come il 2-arachidonoilglicerolo (2-AG) e l'anandamide; sono piccole molecole segnale derivanti dall'acido arachidonico, in grado di attivare i rispettivi recettori.
-Fitocannabinoidi: cannabinoidi che provengono dall'esterno, ovvero esogeni; essi si trovano nella pianta di cannabis o nella cannabis light.
Due dei cannabinoidi più noti sono il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD).
Il secondo elemento costituente sono i recettori dei cannabinoidi, ovvero l'elemento necessario per la trasmissione del segnale.
I recettori dei cannabinoidi, distribuiti in vari sistemi e membrane del nostro corpo, si dividono in due tipi fondamentali: recettori CB1 e CB2.
Semplificando, potremmo dire che il recettore CB1 è ben rappresentato nel sistema nervoso e nel cervello, mentre il recettore CB2 è maggiormente presente nel sistema immunitario.
Il terzo ed ultimo elemento costituente sono gli enzimi, ovvero le proteine che consentono praticamente la comunicazione tra cannabinoidi e recettori endocannabinoidi.
CBD e THC sono cannabinoidi entrambi presenti nella pianta di cannabis ma il CBD, che a differenza del THC ricordiamo non avere effetti psicotropi, agisce indirettamente sui recettori del sistema endocannabinoide; esso infatti non agisce su una particolare patologia, ma è piuttosto una sostanza "regolatrice" in grado di modulare il nostro sistema endocannabinoide.
Sostanzialmente, il CBD può modulare meccanismi già esistenti nel nostro corpo: nel momento in cui si verifica uno squilibrio nel sistema endocannabinoide, la modulazione fornita dal cannabidiolo - agendo, ad esempio, sul sistema immunitario o indirettamente su un processo infiammatorio - tende a ripristinare l'equilibrio originario.
Capire gli ormoni e il sistema endocrino
Il Sistema Endocrino
Il Sistema endocrino fa parte, insieme al Sistema Immunitario e al Sistema Nervoso, dei tre grandi sistemi di comunicazione dell'organismo. Il Sistema endocrino utilizza messaggi chimici a conduzione lenta per comunicare ovvero gli ormoni. Gli ormoni vengono immessi nel sangue (secrezione endocrina) e inviati tramite questo a specifiche cellule bersaglio attraverso le quali agiscono secondo meccanismi diversi.
Prima di esaminare gli effetti del CBD sui disturbi endocrini, è fondamentale comprendere la funzionalità degli ormoni e del sistema endocrino.
Gli ormoni sono sostanzialmente dei messaggeri chimici coinvolti in numerosi processi fisiologici, come la crescita, lo sviluppo, il metabolismo, l'appetito, la funzionalità sessuale, la riproduzione e l'umore. Il sistema endocrino è composto da varie ghiandole che producono ormoni, tra cui la tiroide, il pancreas e la ghiandola pineale. Gli ormoni prodotti da tali ghiandole sono particolarmente potenti e possono generare profondi impatti sull'organismo, anche in dosi limitate.
In che modo il CBD può influenzare gli ormoni
Quando consumiamo cannabinoidi come il CBD, queste molecole interagiscono con il nostro sistema endocannabinoide (ECS). L'ECS è un sistema complesso che svolge un ruolo importante nella gestione di vari processi fisiologici, come l'appetito e l'umore.
Alcuni studi hanno evidenziato che il sistema endocannabinoide regola le funzioni del sistema endocrino, attivando i recettori di tipo 1 (CB1) localizzati principalmente nel sistema nervoso centrale e nel tessuto adiposo e in molti organi viscerali, inclusa la maggior parte degli organi endocrini. I recettori dei cannabinoidi di tipo 2 (CB2) sono posizionati nel sistema nervoso periferico (terminazioni nervose periferiche) e sulla superficie delle cellule del sistema immunitario. Recentemente, è stata prestata sempre più attenzione al ruolo che i ligandi endogeni svolgono per questi recettori, nonché al ruolo dei recettori stessi. Finora, È stato confermato che i cannabinoidi endogeni partecipano alla regolazione dell'assunzione di cibo e dell'omeostasi energetica del corpo e hanno un impatto significativo sul sistema endocrino, compresa l'attività della ghiandola pituitaria, della corteccia surrenale, della ghiandola tiroidea, del pancreas e delle gonadi. Le interrelazioni tra il sistema endocannabinoide e l'attività del sistema endocrino possono essere un bersaglio terapeutico per una serie di farmaci che si sono dimostrati efficaci nel trattamento di patologie che interferiscono con la salute come il diabete di tipo 2, infertilità, obesità e persino nella prevenzione delle malattie associate al sistema cardiovascolare.
Il CBD e il sistema immunitario
Il sistema immunitario è strettamente collegato al sistema endocrino, in quanto entrambi i sistemi lavorano insieme per proteggere e mantenere il corpo in equilibrio. Probabilmente vi starete chiedendo se anche il sistema endocannabinoide svolge un ruolo fondamentale nel sistema complesso di regolazione omeostatica dell'organismo.
Certamente si! E' stato scoperto che il CBD agisce mediante l'ECS per ripristinare l'omeostasi corporea e per perpetuare i suoi effetti ricorre a diversi tipi di comunicazione con altri sistemi di regolazione corporea come il Sistema Endocrino e il Sistema Immunitario. I cannabinoidi possono influenzare il sistema immunitario in diversi modi, tra cui mediante l'azione sui recettori endocannabinoidi presenti nelle cellule immunitarie. Il CBD agisce come immunosoppressore, dirige la soppressione diretta dell'attivazione di vari tipi di cellule immunitarie, l'induzione dell'apoptosi e la promozione di cellule regolatrici, che, a loro volta, controllano altri bersagli delle cellule immunitarie .
Uno dei disturbi endocrini più comuni è la tiroidite di Hashimoto, una condizione in cui il sistema immunitario attacca la propria tiroide, danneggiandola finché questa non riesce più a produrre una quantità adeguata di ormoni. Il CBD può offrire potenziali benefici nel contesto della tiroidite di Hashimoto, grazie alle sue proprietà immunomodulanti e anti-infiammatorie. Secondo un altro studio, infatti, emerge che il CBD può contribuire
Il CBD e i disturbi della tiroide
Le patologie endocrine più frequenti riguardano la tiroide, in particolare l'ipotiroidismo e l'ipertiroidismo. Queste condizioni si verificano quando la tiroide produce troppo pochi o troppi ormoni tiroidei.
Il CBD e l'ipotiroidismo
L'ipotiroidismo è una condizione in cui la tiroide non produce abbastanza ormoni tiroidei, causando sintomi come affaticamento, aumento di peso e intolleranza al freddo. Alcuni studi suggeriscono che il CBD può avere effetti benefici nel trattamento dell'ipotiroidismo, grazie alle sue proprietà anti-infiammatorie e alla sua capacità di interagire con i recettori endocannabinoidi presenti nella tiroide.
Il CBD e l'ipertiroidismo
L'ipertiroidismo è una condizione in cui la tiroide produce eccessivi ormoni tiroidei, causando sintomi come perdita di peso, intolleranza al calore e ansia. Sebbene la ricerca sugli effetti del CBD sull'ipertiroidismo sia ancora limitata, alcuni studi suggeriscono che il CBD può avere un ruolo nel ridurre l'infiammazione e nel regolare la funzione tiroidea.
Potenziali benefici del CBD in altre condizioni endocrine
Oltre ai disturbi della tiroide, il CBD può offrire potenziali benefici nel trattamento di altre condizioni endocrine, tra cui diabete, sindrome dell'ovaio policistico e disfunzioni sessuali.
Il CBD e il diabete
Il diabete è una malattia endocrina che riguarda l'insulina, un ormone prodotto dal pancreas che aiuta l'organismo ad assimilare e conservare le sostanze nutritive contenute nei cibi. Alcuni studi hanno dimostrato che il CBD può influenzare direttamente la funzionalità del pancreas, regolando di conseguenza la produzione di insulina e i livelli di glucosio nel sangue. Inoltre, il CBD può aiutare a prevenire le complicanze del diabete, come l'infiammazione e i danni ai nervi. Studi in vivo hanno dimostrato che la somministrazione di CBD in modelli di ratti diabetici comporta una riduzione dell'iperglicemia e dunque un abbassamento dei livelli di zucchero nel sangue e al contempo un aumento dell'insulinemia, dimostrando di poter aumentare i livelli ematici di insulina. Inoltre, nello studio condotto, è stata osservata una riduzione dei livelli di fruttosamina, LDL, HDL, trigliceridi e colesterolo totale. La concentrazione di AST e ALT è stata ridotta nei gruppi trattati con CBD.
Il CBD e la sindrome dell'ovaio policistico
La sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) è una condizione endocrina che colpisce le donne in età riproduttiva, causando squilibri ormonali, irregolarità del ciclo mestruale e problemi di fertilità. Alcuni studi suggeriscono che il CBD può avere effetti benefici nel trattamento della PCOS, grazie alle sue proprietà anti-infiammatorie e alla sua capacità di interagire con i recettori endocannabinoidi presenti nelle gonadi.
Il CBD e le disfunzioni sessuali
Le disfunzioni sessuali, come la disfunzione erettile e la diminuzione della libido, possono essere causate da squilibri ormonali o da altri problemi endocrini. Il CBD può offrire potenziali benefici nel trattamento delle disfunzioni sessuali, grazie alle sue proprietà vasodilatatrici e alla sua capacità di interagire con i recettori endocannabinoidi presenti nel sistema riproduttivo.
Il CBD come integratore
Il CBD può essere utilizzato come integratore per supportare il funzionamento del sistema endocrino e aiutare a prevenire o trattare i disturbi endocrini. Tuttavia, è importante notare che la ricerca sugli effetti del CBD sulle malattie endocrine è ancora in corso e che l'uso del CBD dovrebbe essere considerato come un complemento, e non come sostituto, ai trattamenti medici convenzionali.
Come utilizzare il CBD per i disturbi endocrini
Il CBD è disponibile in diverse formulazioni, tra cui oli, capsule, edibili e topici. La scelta della formulazione e del dosaggio più adatto alle proprie esigenze dipenderà dalla gravità dei sintomi, dalle preferenze personali e dai consigli del proprio medico.
Possibili effetti collaterali del CBD
Sebbene il CBD sia generalmente considerato sicuro e ben tollerato, può causare alcuni effetti collaterali, tra cui secchezza delle fauci, affaticamento e cambiamenti dell'appetito. È importante consultare un medico prima di iniziare ad utilizzare il CBD, specialmente se si assumono farmaci prescritti o si hanno problemi di salute preesistenti.
Conclusione
Il CBD offre potenziali benefici nel trattamento dei disturbi endocrini, grazie alla sua capacità di interagire con il sistema endocannabinoide e di influenzare la produzione di ormoni come cortisolo, insulina e melatonina. Tuttavia, la ricerca sugli effetti del CBD sulle malattie endocrine è ancora in corso e sarà necessario condurre ulteriori studi per comprendere appieno il ruolo del CBD nel trattamento di queste condizioni. Nel frattempo, l'uso del CBD come integratore può offrire un ulteriore strumento per supportare il funzionamento del sistema endocrino e promuovere il benessere generale.