Cbd per la pressione alta
CBD e pressione alta: ci sono correlazioni positive nell'uso dell'olio per questa problematica? Iniziamo con il dire che il CBD è un cannabinoide presente tra almeno altri cento nella pianta della cannabis. Tra questi è incluso anche il THC (tetraidrocannabinolo), che è, invece, la sostanza psico-attiva nota per gli effetti che provoca la marijuana, ma che non rientra nei prodotti commercializzati sul nostro sito.
L'acronimo CBD sta per cannabidiolo e, al contrario del THC, non ha alcun effetto "da sballo", e non provoca dipendenza. Per questo è tra le sostanze che hanno trovato spazio nelle nuove ricerche perché possa essere introdotto in futuro non lontano come sostanza terapeutica, da affiancare alle cure della medicina tradizionale.
Uno degli effetti benefici che è stato provato da diverse ricerche effettuate pochi anni fa e ancora in corso, è quello sulla pressione alta. Gli studi che hanno messo in relazione il CBD e la pressione alta sono gli stessi che hanno constatato anche i benefici a livello dell'apparato cardiovascolare.
CBD pressione alta: ha effetti positivi?
Gli studi che hanno preso in considerazione CBD e pressione alta sono stati svolti relativamente di recente, nel 2017, presso l'Università di Nottingham unitamente al NIHR Oxford Biomedical Research Centre, con risultati che fanno ben sperare per la cura di questa patologia subdola, che è solitamente asintomatica ma è molto pericolosa.
In Italia ne soffrono il 50% degli uomini di età compresa tra i 30 e i 75 anni e il 40% delle donne nella stesso range anagrafico. In altri termini la pressione sanguigna supera i valori limite di riferimento che riguardano minima e massima, rispettivamente fissati dalla medicina a 80 mmHg su 120 mmHg.
Questo espone potenzialmente al rischio di infarto, ictus, trombosi ed embolia ed è uno dei fattori di rischio correlati a una delle cause di morte più frequenti nelle società industrializzate.
Tenere la pressione arteriosa nei limiti è quindi un imperativo per non esporsi a eventi gravi per la salute.
Per tornare alla ricerca inglese, gli studiosi sono arrivati alla conclusione che il CBD per la pressione alta è ottimo, perché riesce in concreto ad abbassare i valori e a mantenerli nella norma. Il campione su cui è stata condotta la ricerca era composto da soli 9 soggetti trattati per un certo periodo con CBD. Tutti hanno risposto in modo soddisfacente all'esperimento, con valori pressori scesi ai parametri raccomandati.
Altri studi sul CBD e i benefici per la pressione alta
Un altro studio molto importante che risale al 1998 è stato effettuato dal Dott. Raphael Mechoulam, presso l'Università Ebraica. Gli esperimenti sono stati condotti sui ratti che hanno dimostrato un abbassamento della pressione arteriosa dopo avergli somministrato dosi basse di cannabidiolo.
L'approfondimento di alcuni aspetti ha anche portato a scoprire che i vasi sanguigni reagiscono a questa sostanza con un rilassamento delle pareti. In aggiunta a questi pregi che sono stati scientificamente confermati, è stata registrata anche una diminuzione del dolore in a rapporto alle proprietà curative dello stato infiammatorio.
Su queste premesse e su altri studi che continuano a essere condotti, si può pensare e sperare che un giorno non lontano il cannabidiolo sarà usato per curare l'ipertensione e non soltanto quella. È ormai accertato nella comunità medico-scientifica mondiale, infatti, che il CBD ha proprietà terapeutiche anche per altre patologie che sono strettamente interconnesse al sistema endocannabinoide.
In particolare questo stesso sistema risponde a numerose funzioni dell'organismo, che riguardano il sistema nervoso, quello immunitario, cardiaco, osseo fino al senso del tatto, dello spazio e dell'equilibrio, ma anche per la fertilità, per gli occhi e per il metabolismo.
Come è facile intuire si tratta di molte delle funzioni essenziali del corpo, che possono essere positivamente stimolate grazie all'assunzione di CBD. Un nuovo studio ha confermato che il CBD per la pressione alta potrebbe essere alla base della formulazione di un nuovo farmaco con caratteristiche migliori rispetto a quelli fino a oggi utilizzati per gli ipertesi.
Più precisamente lo studio ha analizzato un gruppo di volontari a cui è stata somministrata una dose pari a 600 mg di CBD, messi a confronto con quelli che invece hanno ricevuto soltanto compresse per l'effetto placebo. I risultati sono stati chiari: il Cannabidiolo ha realmente abbassato i valori della pressione minima e massima, in particolare per quelli che manifestavano i battiti cardiaci accelerati.
La reazione alla somministrazione del CBD è stata monitorata attraverso esami di diagnostica per immagini come il Doppler, con cui si visualizza il flusso sanguigno nei vasi. Sono state condotte anche delle prove sui volontari sia a riposo che sotto stress e in entrambi i casi la pressione alta con il CBD è stata abbassata.
Gli studi su questi effetti positivi continuano per verificare e confermare anche ulteriori benefici sul sistema cardiovascolare, al fine di profilare una vera e propria terapia farmacologica, in particolare per coloro che sono a rischio di eventi cardiaci o ne sono già stati interessati.
Prevenire la Pressione alta con il CBD
Prevenire la pressione alta con il CBD potrebbe essere un'altra frontiera degli effetti insiti nella pianta della cannabis, che continuano a stupire i ricercatori per i numerosi aspetti che vanno incontro ad alcune patologie, tra cui anche l'ipertensione.
Anche in questo caso è stato uno studio britannico a rivelare come i semi di canapa indiana abbiano proprietà preventive rispetto a un innalzamento della pressione, specie nei soggetti predisposti per familiarità.
Lo studio che è stato pubblicato sulla famosa rivista European Journal of Nutrition, ha riguardato un esperimento sui topi che sono stati nutriti da un minimo di 4 a un massimo di 8 settimane con la farina arricchita di proteine e ricavata dai semi della canapa.
Dopo questo periodo è stato constatato dagli studiosi che la pressione alta con il CBD si era abbassata. In particolare la diminuzione dei valori ha riguardato la massima, che solitamente è legata a periodi di stress e agitazione.
I ricercatori sono quindi arrivati alla logica conclusione che anche i derivati dai semi di cannabis potrebbero essere introdotti in una dieta favorevole agli ipertesi e per miglioramento in generale del quadro emodinamico.
Olio CBD per pressione alta: funziona?
L'olio CBD per pressione alta è il prodotto consigliato per avere gli effetti positivi che hanno riscontrato molte delle ricerche condotte in questi anni. In particolare è indicato per abbassare la pressione massima, che deve mantenersi secondo i valori normali non oltre i 120 mmHg.
Questo prodotto si integrerà perfettamente con i recettori del sistema endocannabinoide dell'organismo.
Assumere una dose giornaliera di olio CBD sarà un coadiuvante della terapia farmacologica tradizionale (ma non un sostituto), anche per abbassare la frequenza cardiaca, prevenire infarti, ictus e trombosi, ma anche per avere ulteriori effetti benefici. A questo si aggiunge una capacità calmante e di attenuazione degli stati d'ansia. Potrete notare anche un miglioramento delle funzioni relative al sistema nervoso centrale, alle ossa, e per l'aspetto della pelle.
CBD e metabolismo con antociani
C'è una correlazione provata tra CBD e metabolismo con gli antociani della cannabis, che sono responsabili della colorazione delle foglie. Hanno anche loro una funzione molto importante associata a questo cannabinoide, in quanto possono aiutare chi vuole perdere perso.
Il meccanismo che innescano è quello di bruciare i grassi evitando che ci sia un accumulo sub cutaneo e, nello stesso tempo, sfruttano l'energia accumulata impiegandola completamente nelle attività quotidiane, bruciando le calorie in eccesso.
Assumere CBD associandolo a una dieta bilanciata e ipocalorica, ma anche all'attività motoria, può essere un aiuto concreto a facilitare il dimagrimento e a ritrovare la fiducia in se stessi e nel proprio aspetto.
Accanto alla possibilità di favorire la perdita di peso, il CBD per il mal di schiena è un altro pregio da sfruttare per alleviare i dolori osteoarticolari, ma anche quelli cronici e che non rispondono sempre al meglio alle cure con i comuni analgesici.
La scoperta è stata fatta di recente in quanto il cannabinoide agisce anche sui recettori del sistema nervoso e quindi anche sulle infiammazioni, che vengono alleviate eliminando il dolore.
Il mal di schiena è uno dei disturbi più diffusi e può impedire le normali attività quotidiane, in famiglia come nel lavoro. Ecco quindi che il CBD si può assumere sotto forma di olio o di compresse, a seconda delle preferenze per apprezzare un sicuro sollievo nel caso di dolore alla schiena.
Controindicazioni del CBD
Il CBD non provoca effetti psicotropi, non crea dipendenza e in genere è ben tollerato. Per alcuni però è sconsigliato in relazione alle proprie condizioni salute, che devono comunque essere sempre sotto diretto controllo medico.
Le donne in gravidanza e in allattamento per esempio non possono assumere cannabinoidi di alcun tipo. Vale la stessa raccomandazione per chi da poco subito un intervento chirurgico e per chi presenta patologie gravi concomitanti che riguardano più organi.
In genere nei prodotti con CBD è presente una percentuale minima e residua di THC, ma questo non dovrebbe provocare effetti, eccetto nelle poche persone particolarmente sensibili, ma si tratta di eventi molto rari.
È bene sapere che la reazione a questo cannabinoide è diversa da persona a persona e che bisogna rispettare rigorosamente la dose giornaliera consigliata per ottenere gli effetti benefici elencati.
Scopri tutti i prodotti Eusphera a base di CBD per il tuo benessere psicofisico.